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Fatturazione Elettronica

  • Autore: Vittorio Pezzetta
  • 01 set, 2018

Ancora pochi mesi per adeguarsi: dal 1° gennaio 2019 scatta l’obbligo della fattura elettronica anche negli scambi commerciali tra soggetti privati (B2B)

Come ormai noto, a partire dal 1° gennaio 2019 scatterà l’obbligo dell’emissione della fattura elettronica anche negli scambi commerciali tra soggetti passivi privati (B2B), ovvero anche nelle transazioni che avvengono con soggetti diversi dagli enti della pubblica amministrazione. A partire dalla stessa data, anche le fatture emesse nei confronti dei consumatori finali dovranno essere digitali.

A partire dal 1° luglio è già scattato l’obbligo della fatturazione elettronica per le prestazioni rese da soggetti subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese operanti nel quadro di un contratto di appalto con un’amministrazione pubblica come previsto dall’articolo 1, comma 917, punto b) della Legge di stabilità 2018 (L. 205/2017).

La normativa stabilisce che siano emesse fatture esclusivamente in formato elettronico XML (eXtensible Markup Language) sottoscritte con la firma digitale e utilizzando il Sistema di Interscambio (SdI), ovvero il sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate. Nel passaggio al digitale saranno coinvolte tutte le aziende italiane e si stima che genereranno circa 2,6 miliardi di fatture elettroniche (sia attive che passive). Proprio per l’imponente mole di documenti emessi e ricevuti e sia per l’imminente scadenza (1° gennaio 2019), è importante che le società si dotino per tempo di un sistema aziendale che permetta di emettere e ricevere fatture elettroniche.

L’ottica con la quale affrontare il passaggio alla digitalizzazione è cruciale: la fatturazione elettronica deve essere considerata una grande opportunità di ammodernamento dei processi interni e di crescita competitiva in un mercato sempre più digitalizzato e globalizzato e non come l’ennesimo adempimento burocratico. I vantaggi legati all’utilizzo della fattura elettronica sono diversi:

- maggiore efficienza dovuta a un processo automatizzato: l’adozione di un sistema di gestione digitale delle fatture emesse e ricevute consente una gestione facilitata della contabilità oltre a ridurre notevolmente il rischio di errori di registrazione dei documenti

- risparmio considerevole di costi e tempi dovuto a una maggiore efficienza dei processi aziendali; i tempi necessari per le attività manuali di data entry, l’archiviazione e la ricerca di documenti saranno ridotti al minimo

- maggior liquidità legata alla riduzione dei costi da devolvere a investimenti che produrranno maggiore competitività

- maggiore immagine e competitività sia a livello nazionale sia europeo

- garantisce l’autenticità dei documenti, nonché la data di emissione o ricezione delle fatture

- facilita l’archiviazione e la conservazione affidabile delle fatture

Ma come sfruttare l’opportunità della fatturazione elettronica e non farsi prendere dall’ansia del passaggio? La normativa prevede che le aziende possano avvalersi di intermediari tecnologici per gestire le trasmissioni delle fatture digitali al Sistema di Interscambio in modo da essere chiaramente responsabili dei contenuti dei documenti, ma contemporaneamente sgravati dalla gestione operativa di trasmissione. Sarà, infatti, l’intermediario a gestire il flusso delle fatture attive, ma anche quelle passive.

Il nostro studio è già organizzato per fornire alla clientela un sistema informatizzato che preveda un accesso al proprio gestionale “in cloud” col quale poter agevolmente emettere e ricevere le fatture elettroniche.

Per maggiori informazioni al riguardo non esitate a contattarci.

Autore: Vittorio Pezzetta 29 ott, 2018

Sono diverse e differenti le forme di agevolazione per le assunzioni di personale dipendente attualmente in vigore, vediamo le principali:

Assunzione under 35

Tra le misure che prevedono sgravi contributivi per le assunzioni di personale dipendente va di certo citato quello che riguarda l’assunzione degli under 35 con contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Il bonus per le imprese è pari alla decontribuzione del 50% dei contributi da versare all’Inps (che può salire fino al 100% solo per il primo anno per particolari contratti lavorativi) per i primi tre anni di assunzione e con un tetto massimo di 3 mila euro annui. Lo sgravio era già previsto dalla Legge di Bilancio 2018 per gli under 35 fino al 31 dicembre 2018 e per gli under 30 per i due anni successivi. Ora è stato confermato con il recente Decreto dignità, senza modifiche sostanziali, con la sola eccezione di aver ampliato il bonus agli under 35 anche per prossimi due anni. Perché l’impresa usufruisca di tale bonus, il lavoratore:

  • non deve aver compiuto i 35 anni di età
  • non deve aver lavorato con contratto a tempo indeterminato con nessun datore di lavoro, salvo per i lavoratori con parziale fruizione dei benefici
Il datore di lavoro non deve invece aver effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o licenziamenti individuali nei sei mesi precedenti l’assunzione del lavoratore neo-assunto. I casi in cui l’impresa ha diritto allo sgravio del 100% dei contribuiti sono:
  • assunzione di giovani residenti nel Mezzogiorno
  • assunzione di studenti che hanno svolto presso lo stesso datore di lavoro attività di alternanza scuola-lavoro entro sei mesi dal termine dell’attività di alternanza scuola-lavoro
  • assunzione di studenti che hanno svolto, presso lo stesso datore di lavoro, l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore, il certificato di specializzazione tecnica superiore o periodi di apprendistato in alta formazione, entro sei mesi dal diploma.

Programma Garanzia Giovani

Il bonus in questione è un incentivo destinato alle imprese che assumono giovani dai 16 ai 29 anni definiti NEET (Not engaged in Education, Employment or Training), ovvero che non frequentano alcun corso di formazione e che, pur essendo disoccuparti, non sono alla ricerca di un impiego. L’incentivo è usufruibile in 12 quote mensili, per tre anni, a partire dalla data di assunzione del giovane e sono pari:

  • al 50% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro nella misura massima di 4.030 euro annuali per ogni lavoratore assunto con contratto a tempo determinato
  • al 100% dei contributi previdenziali per il primo anno e del 50% per gli altri due anni della contribuzione previdenziale a carico dei datori di lavoro nella misura massima di 8.060 euro annuali per ogni lavoratore assunto con contratto a tempo indeterminato.

Per poter usufruire di tale incentivo è necessario che il giovane da assumere sia iscritto al “Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani” e il rapporto di lavoro deve essere:

  • a tempo indeterminato, anche a scopo di somministrazione
  • a tempo determinato o a scopo di somministrazione di durata pari o superiore a sei mesi
  • di apprendistato professionalizzante.

Assunzione giovani studenti

Tale bonus, prevede uno sgravio contributivo sulle assunzioni di giovani che hanno effettuato almeno il 30% delle ore di alternanza scuola-lavoro presso il datore di lavoro che intende assumerli. Il bonus è usufruibile per tre anni con un tetto massimo annuale di detrazione pari a euro 3 mila. Il neo-assunto deve aver conseguito il titolo di studio da non più di sei mesi oppure essere di età inferiore ai 35 anni.

Disoccupati ultracinquantenni

È prevista un'agevolazione contributiva pari al 50% dei contributi Inps per 18 mesi in caso di  assunzioni a tempo indeterminato o per 12 mesi in caso di assunzioni a termine (anche part-time) di lavoratori o lavoratrici con almeno 50 anni di età, disoccupati da oltre 12 mesi. Condizioni essenziale per ottenere il beneficio è che il datore di lavoro deve ottenere, con le assunzioni effettuate, un incremento netto del numero dei lavoratori dipendenti dell'impresa, rispetto alla media dei 12 mesi precedenti.

Donne disoccupate

La medesima agevolazione prevista per i disoccupati con almeno 50 anni di età si applica in caso di assunzioni di donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residenti.

Beneficiari di un trattamento di disoccupazione (NASPI)

Tutti i datori di lavoro che, senza esservi tenuti, assumono a tempo pieno e indeterminato lavoratori beneficiari della NASPI hanno diritto ad un incentivo economico pari al 20% dell'indennità mensile residua che sarebbe stata corrisposta al lavoratore. Tale incentivo viene corrisposto sotto forma di contributo mensile solamente per i periodi di effettiva erogazione della retribuzione al lavoratore.

Bonus assunzioni Sud

Il bonus Sud 2018 è uno sgravio previsto destinato alle imprese situate nelle regioni considerate “meno sviluppate” (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) o “in transizione” (Abruzzo, Molise e Sardegna) e prevede lo sgravio totale dei contributi previdenziali (quindi pari al 100%) fino a un tetto massimo di 8.060 euro e usufruibile, a pena di decadenza, entro il 29 febbraio 2020. Il bonus è usufruibile per un massimo di 12 mesi a fronte di assunzioni di giovani di età compresa tra i 16 e i 34 anni e di disoccupati da almeno 6 mesi con età superiore ai 35 anni. Deve trattarsi di rapporti di lavoro a tempo indeterminato o di apprendistato.


Le agevolazioni illustrate sono le principali, ma ve ne sono altre che riguardano in maniera specifica anche le sostituzioni di maternità, i lavoratori in CIGS , i disabili e i rifugiati in cooperative sociali. Per conoscere quali siano le soluzioni migliori per la tua azienda non esitare a contattarci per una consulenza personalizzata.

Autore: Vittorio Pezzetta 01 set, 2018

Dal 25 maggio scorso è entrato in vigore il nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati ( UE 2016/679 , noto anche come GDPR(General Data Protection Regulation).

Avendo natura di regolamento, il nostro legislatore non ha dovuto approvare una normativa per recepirlo, poiché è stato direttamente applicabile e ha conseguentemente abrogato la precedente disciplina del Codice della Privacy (Dlgs 196/2003).

E’ un regolamento che ha valore in tutti gli Stati membri e consente un’armonizzazione della disciplina in tutta l’area UE. Non può essere modificato da leggi nazionali, ma soltanto eventualmente integrato con regole e norme che non siano comunque in contrasto con il regolamento stesso. Il nuovo regolamento sulla privacy, inoltre, deve essere rispettato anche dalle aziende ubicate al di fuori dell’area Ue, ma che intrattengono rapporti commerciali con società europee.

Ma cosa prevede il nuovo regolamento europeo?

Le misure previste dal regolamento hanno come obiettivo primario una maggiore protezione dei cittadini , i quali avranno maggiori strumenti per monitorare la diffusione e l’utilizzo dei propri dati personali. Un secondo obiettivo, non meno importante in un mondo globalizzato, è semplificare le relazioni tra aziende localizzate in Paesi differenti e finora soggetti a normative nazionali diverse in tema di privacy.

Ecco allora i punti principali che riguardano gli utenti:

Portabilità dei dati – è questo un diritto rivolto agli utenti che possono trasferire i propri dati personali da un titolare del trattamento ad un altro all’interno dell’area UE. Il trasferimento non è possibile, invece, nel caso il nuovo titolare sia extraeuropeo oppure nel caso di archivi di interesse pubblico, come ad esempio le anagrafi. Attraverso il passaggio, il nuovo titolare del trattamento gestirà i dati personali del nuovo utente, mentre quello di provenienza ha l’obbligo di rimuovere tutti i dati a trasferimento avvenuto

Informativa e consenso – Il nuovo regolamento prevede un’informativa alla privacy più chiara e più facilmente comprensibile all’utente in modo da non generare dubbi. Ugualmente, sono state estese le informazioni da fornire, ovvero: i riferimenti della nuova figura del RPD-DPO (Responsabile della protezione dei dati – Data Protection Officer) che è stata introdotta con il regolamento; la durata della conservazione dei dati; le modalità di trasferimento dei dati nel caso di titolari di Paesi extra Ue; le modalità per poter presentare un reclamo all’autorità di controllo; i processi decisionali seguiti nel caso di trattamento dati tramite processi automatizzati.

Sul fronte consenso, questo risulterà valido solamente se ottenuto in maniera inequivocabile, pur se attraverso una dichiarazione orale. Non sarà valido, al contrario, un consenso ottenuto in maniera tacita o indiretta. Infine, come avveniva pure in precedenza, il consenso può essere revocato dall’utente in qualunque momento.

Diritto all’oblio – è questo un punto che è stato molto discusso a ragione delle conseguenze sull’utente che, a distanza di diversi anni, vede contro la sua volontà ancora diffuse notizie su eventi passati che lo riguardano (il problema è principalmente sentito sui contenuti diffusi via web).

Grazie al nuovo regolamento, l’utente può chiedere al titolare del trattamento la cancellazione dei propri dati personali o delle notizie che lo riguardano e quest’ultimo è obbligato a trasmettere la richiesta anche a tutti coloro che utilizzano i dati stessi. Vi sono delle limitazioni, però, nel caso in cui le notizie siano legate a un interesse pubblico generale o per finalità di ricerca o scientifiche.

Limitazione all’iscrizione sui social per i minorenni – i minorenni fino ai 16 anni potranno iscriversi ai social e i gestori potranno trattare i loro dati soltanto dopo aver ottenuto il consenso da parte dei genitori o di chi esercita la potestà genitoriale.

Da un punto di vista aziendale, ecco le novità:

Responsabile della protezione dei dati – Data Protection Officer – è la nuova figura introdotta dal GDPR che ha il compito di monitorare e vigilare i processi del trattamento dei dati da parte del gestore. Proprio per la natura del suo ruolo, è una figura indipendente dalla direzione aziendale che, a fronte di anomalie, deve intervenire al fine di rimuoverle.  

Data breach - L e violazioni devono essere comunicate al Garante della privacy da parte del titolare del trattamento, pena le sanzioni che, in base al livello di gravità, prevedono il semplice richiamo fino a una multa che può ammontare fino al 4% del fatturato dell’azienda.

I nuovi obblighi dettati dal regolamento impongono un adeguamento rapido e immediato. Il nostro studio , tramite un proprio consulente dedicato, è in grado di fornire assistenza circa l’adeguamento alla nuova normativa. Siamo, quindi, a vostra disposizione per ulteriori informazioni al riguardo.

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